P.I.P.P.I.
P.I.P.P.I, acronimo di Programma di Intervento Per la Prevenzione dell’ Istituzionalizzazione; acronimo che si ispira alla resilienza di Pippj Calzelunghe come metafora della forza dei bambini nell’affrontare le situazioni avverse della vita.
IL PROGRAMMA:
Il programma ha come finalità quella di innovare e uniformare le pratiche di intervento nei confronti delle famiglie che sperimentano situazioni di vulnerabilità, nelle quali i bambini sono esposti a forme diverse di negligenza, al fine di prevenire il rischio di maltrattamento e il conseguente allontanamento dei bambini dal nucleo familiare, articolando in modo coerente fra i loro diversi ambiti di azione coinvolti intorno ai bisogni dei bambini, tenendo in ampia considerazione la prospettiva dei genitori e dei bambini stessi nel costruire l’analisi e la risposta a quei bisogni.
L’obiettivo primario è quello di aumentare la sicurezza dei bambini e migliorare la qualità del loro sviluppo garantendo una più alta qualità educativa e relazionale nel loro ambiente familiare e sociale, che possa, a sua volta, contribuirne il rendimento scolastico.
L’intervento previsto in P.I.P.P.I. si articola in quattro fasi fra loro inter-connesse in un rapporto non di linearità, ma di circolarità:
la prima fase, è una pre-valutazione tramite cui l’équipe multidisciplinare completa insieme alle famiglie un lavoro di pre-assessment dell’ambiente familiare, della sua organizzazione interna ed esterna, dello sviluppo del bambino, al fine di stabilire il livello di rischio di allontanamento per il bambino. Le famiglie con figli a rischio di “negligenza” sono di conseguenza invitate a partecipare al programma P.I.P.P.I.
Qualora le famiglie accettino, segue una seconda fase di valutazione e progettazione, nella quale è attiva l’équipe multidisciplinare composta dai professionisti che sono in contatto costante con la famiglia – insegnanti, assistenti sociali, operatori sanitari, psicologi e altri collaboratori volontari – assieme alla famiglia e ai figli stessi. La terza fase si incentra nella realizzazione del programma, che comprende quattro principali tipologie di dispositivi:
- Interventi di educativa domiciliare con le famiglie per sostenere i genitori, rafforzare le relazioni genitori-figli e migliorare lo sviluppo dei bambini;
- Partecipazione a gruppi di genitori e di bambini: incontri settimanali/quindicinali per lo svolgimento di attività di sostegno alla genitorialità, ecc. Alcuni comuni, ad esempio Bari, organizzano le Domeniche delle famiglie.
- Collaborazione tra scuole/famiglie e servizi sociali: l’équipe multidimensionale è composta anche dall’insegnante di riferimento del bambino interessato al progetto. Per rafforzare il coinvolgimento della scuola, viene siglato un accordo regionale tra le scuole partecipanti nell’ottica di integrare P.I.P.P.I. con le altre forme di sostegno scolastico.
- Famiglie d’appoggio: aiutanti volontari locali, quali parenti, amici, vicini, ecc, offrono un aiuto/sostegno concreto alla famiglia target.
La durata del programma per ogni famiglia partecipante è di un periodo di 18 mesi.
La quarta fase è di valutazione ex-post.
L’ EQUIPE:
Formata da:
- genitore o tutore del bambino;
- assistente sociale;
- educatore;
- psicologo,
- insegnate;
- allenatore o animatore;
- educatore del centro pomeridiano,
- medico o pediatra;
- NPI (neuropsichiatra infantile).